Gli Oscar si avviano verso la premiazione dei vincitori

La macchina organizzativa che sfocerà nell’assegnazione degli Oscar 2016 ha ormai iniziato a scaldare i suoi motori. A presentare la serata che vedrà la premiazione dei vincitori sarà Chris Rock, chiamato per la seconda volta nella veste di conduttore, dopo l’esordio del 2005.

La cerimonia si svolgerà presso il Dolby Theatre di Los Angeles il 28 febbraio 2016 e sarà trasmessa in almeno 225 Paesi di ogni parte del mondo. In Italia saranno Sky Cinema Oscar e premio-oscarCielo a riversare le immagini provenienti da oltre oceano, per la gioia degli appassionati del nostro Paese.

Nel frattempo non accennano però a diminuire le roventi polemiche innescate dalla mancanza di artisti di colore nelle nomination riservate a registi e attori. Una polemica innescata da Spike Lee, che ha avuto gioco facile nel rimarcare come sia assolutamente improbabile che in due anni non vi sia stato neanche un attore o un regista afroamericano autore di una performance degna se non di vincere, almeno di rientrare nelle cinquine.

Dopo il suo messaggio su Instagram e l’entrata in campo di Whoopi Goldberg e George Clooney, anche un altro pezzo da novanta del cinema statunitense come Michael Moore ha deciso di boicottare gli Academy Awards, affermando di trovare una vera e propria pazzia il fatto che gli Oscar siano in pratica diventati una riserva di caccia wasp.

Una polemica che non sembra destinata a rientrare presto e che per il momento ha messo in secondo piano la corsa verso la vittoria di Leonardo Di Caprio, ovvero quello che sembrava poter essere il leit motiv di questa edizione degli Oscar.

Ce la farà Leonardo Di Caprio?

L’attore di Los Angeles è stato incluso nella cinquina per il miglior attore protagonista grazie alla sua ottima interpretazione in The Revenant, il film diretto da Alejandro Gonzalez Iñárritu in cui ha vestito i panni di Hugh Glass, leggendario cacciatore che nel 1823 fu abbandonato dai compagni durante una battuta. La sua performance è stata assolutamente notevole e incredibilmente faticosa, anche perché Di Caprio ha voluto interpretare personalmente le riprese più pericolose, senza ricorrere all’aiuto di una controfigura.

La sua inclusione nella cinquina per il miglior attore ha naturalmente spinto molti addetti ai lavori a scommettere su di lui, ma la sua vittoria è tutt’altro che scontata. A ostacolare la sua corsa sarà soprattutto Bryan Cranston, interprete di Trumbo, la pellicola in cui è stata ripercorsa la vicenda del grande sceneggiatore di Hollywood vittima del maccartismo.

Proprio le grandi simpatie che ancora vanta la figura di Dalton Trumbo potrebbe infatti spingere i giurati dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences a favorire Cranston, rimandando ancora una volta la definitiva consacrazione di Di Caprio.

I grandi che non hanno mai vinto

A parziale consolazione di Di Caprio, che avrà comunque molte occasioni in futuro per colmare la lacuna, l’Oscar non è stato mai vinto da molti attori che pure hanno scritto alcune delle più gloriose pagine cinematografiche.

A partire dal grande Steve McQueen, che nonostante alcune notevoli interpretazioni come Getaway! e Papillon, è stato nominato soltanto una volta, nel 1966, per Quelli della San Pablo.
Non è andata meglio a Tom Cruise, ancora fermo alle 3 nomination ricevute per Nato il quattro luglio, Jerry McGuire e Magnolia.

Ancora più clamoroso il caso di Robert Mitchum, uno dei più talentuosi attori mai apparsi sulla scena, ancora oggi considerato uno dei miti del cinema americano. Se l’American Film Institute non ha esitato ad inserirlo al ventitreesimo posto tra le più grandi stelle nella storia del cinema, l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences lo ha degnato soltanto di una nomination, quella del 1946 in qualità di miglior attore non protagonista per I forzati della gloria, diretto da William A. Wellman.Oscar-2016-i-favoriti

Tornando agli attori contemporanei, non va poi dimenticato Johnny Depp, che pure gode dello straordinario prestigio derivante da una eccezionale miscela tra talento e versatilità. Depp ha sinora ricevuto tre nomination come miglior attore protagonista, nel 2003 per La maledizione della prima luna, l’anno successivo per Neverland e nel 2004 per Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street. Per ora può consolarsi con il Golden Globe ottenuto proprio per Sweeney Todd, ma anche la mancanza del suo nome tra i premiati dell’Academy Awards fa riflettere non poco.

Anche tra i vecchi leoni di Hollywood non mancano comunque le recriminazioni, se si pensa ad Harrison Ford, fermo ad una sola nomination, quella ottenuta nel 1985 come miglior attore protagonista per Witness – Il testimone. Una inezia per un attore che pure ha preso parte a pellicole come Star Wars, I predatori dell’arca perduta, Frantic, Una donna in carriera e A proposito di Henry.

Fa discutere l’esclusione di Ridley Scott

Tra i registi non ce l’ha invece fatta un altro vecchio leone, quel Ridley Scott che pure sembrava avere ottime possibilità quest’anno con The Martian. La vittoria di due Golden Globes, da sempre considerato il miglior viatico possibile per l’Academy Awards, sembrava avere in effetti spianato la strada al grande regista inglese, ma i giurati hanno dato vita ad una esclusione che ha fatto scalpore. I cinque registi che si disputeranno le preziose statuine sono infatti Adam McKay (The Big Short), Alejandro Gonzalez Iñárritu (The Revenant), George Miller (Mad Max: Fury Road), Lenny Abrahamson (Room) e Tom McCarthy (Spotlight).

Molte le recriminazioni che hanno accolto l’esclusione del regista britannico, soprattutto da parte dei tanti appassionati che reputavano fosse arrivato il momento di sigillare una straordinaria carriera. L’autore di film cult come Blade Runner, Alien, Thelma & Louise, Black Hawk Down – Black Hawk abbattuto, solo per citare alcune delle sue opere più celebrate, risulta il grande sconfitto dell’anno, più ancora di J.J Abrams, il regista di Star Wars: The Force Awakens. In fondo il sesto atto della saga ideata da George Lucas poteva attendersi l’esclusione dalle nomination derivante da una tendenza ormai consolidata per gli Oscar, quella che privilegia film artistici sulle grandi produzioni di carattere spiccatamente commerciale.

Nondimeno sono stati molti a protestare per l’esclusione di Ridley Scott, anche in considerazione dell’ottimo livello di The Martian. Proteste che non mutano però la realtà delle cose.

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